La fotografia che unisce umano e digitale

La fotografia che unisce umano e digitale

Da quando il Coronavirus ha cominciato a diffondersi rapidamente a livello globale, sempre più persone si sono ritrovate in uno stato d'isolamento, sia mentale che fisico.

In questo scenario degno delle migliori serie apocalittiche, c’è chi condivide il proprio spazio abitativo solo con se stesso, chi con familiari o animali domestici; essendo la situazione imprevedibile, rimane fondamentale la capacità di ciascuno di noi di mantenere un contatto con gli altri ed il contesto esterno alla ricerca di un equilibrio.

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Un progetto riportato sul Guardian della fotografa Jackie Russo ci mostra come la fotografia unita al digitale possa fare da tramite in un momento difficile come quello contemporaneo.

Dopo aver cominciato il suo auto-isolamento da metà marzo, inizia a realizzare una serie di ritratti da remoto.

 

“Ho cominciato tramite video-chat dalla mia casa di Mexico-City, fotografando persone che già conoscevo ma anche completi sconosciuti in diverse parti del mondo, da Washington DC al Belgio a Whuan.”

 

Russo ha voluto catturare l’essenza che la quarantena assume nelle persone, non solo a livello visivo ma anche documentandosi con lunghe chiamate durante le quali sono emerse diverse reazioni e approcci allo stato di confinamento.

 

 "Da un punto di vista fotografico invece, ho imparato che non bisogna essere fisicamente in una stanza con qualcuno per ritrarli. Mi è venuto naturale dirigere qualcuno o fotografarlo attraverso la fotocamera del computer ed il microfono.”

 

Le fotografie di Jackie Russo ci raccontano una chiara separazione fisica tra fotografo e soggetto, nonostante ciò il risultato che ne deriva è una forte connessione umana, aspetto imprescindibile della vita.

 

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